Itinerario accessibile: la zona universitaria tra storia e arte
Aggiornato il 01 giugno 2020 Da Fondazione Innovazione Urbana
Partenza da Piazza Maggiore, via Rizzoli, Piazza di Porta Ravegnana dove s'intreccia il traffico di diverse strade cittadine. Da lì ci si inoltra nel silenzio antico dei vicoli stretti e sassosi del Ghetto Ebraico, ingombri spesso di auto in sosta, proseguendo per via De Giudei, via Canonica, via dell’Inferno che conducono a Piazzetta Biagi.
Per via Valdonica si arriva al Museo Ebraico: ingresso di difficile individuazione, buona audioguida, ma poco materiale da toccare. Attraverso via Valdonica, vicolo Luretta, via Marsala, si raggiunge via Zamboni. Dall'altra parte della strada si erge la Basilica di San Giacomo Maggiore.
L'ampiezza dell'interno della basilica offre un vivo contrasto rispetto agli angusti vicoli del ghetto mentre l'animazione della strada è un ritorno al presente.
Sotto il portico a destra in direzione viali, si apre l'Oratorio di Santa Cecilia che ospita periodici concerti e il ciclo di Cecilia e Valeriano in dieci grandi affreschi riprodotti anche a rilievo e consultabili su richiesta. Nei pressi, un gradevole angolo verde nascosto.
Dopo, il pavimento del portico scende in lunghi gradini verso piazza Verdi, dove il silenzio del ghetto è solo un lontano ricordo.
Proseguendo, sulla sinistra si apre Piazza Scaravilli, partigiano martire della Resistenza, si raggiunge via Belle Arti e di lì la Pinacoteca Nazionale di Bologna, ricca di capolavori dal 1300 al 1700, ma dal numero limitato di riproduzioni tattili, tra le quali il rilievo del San Giorgio con drago di Vitale da Bologna.
Tornando verso il centro e prendendo via del Guasto, si affronta l'impervia ma breve escursione dei giardini omonimi. Il ritorno verso piazza Ravegnana darà l'occasione per una sosta in uno dei numerosi dehors.
Partenza da Piazza di Porta Ravegnana, dietro le Due Torri. C’è una mappa usurata poco leggibile e pannelli scritti con linguaggio complesso, senza immagini a supporto.
Bologna, in passato, è stata tra le città che aveva più torri in Italia, con oltre 200 torri solo nella prima cerchia di mura. Le due torri gentilizie bolognesi, Asinelli e Garisenda, sono state costruite nel periodo storico di massimo sviluppo dei Comuni, tra i secoli XII e XIII, e sono il monumento bolognese più conosciuto.
Si prosegue su via Zamboni e si entra nel Ghetto Ebraico, da via dei Giudei. In questo luogo viveva un'intera comunità obbligata dallo Stato e dalla Chiesa, dal 1556, a rimanere rinchiusa in una parte specifica della città. Gli ebrei di Bologna hanno vissuto qui fino al 1569, poi sono stati mandati via, nel 1586 hanno avuto il permesso di ritornare, ma nel 1593 gli ultimi 900 ebrei sono stati cacciati definitivamente. Per due secoli, nessun gruppo di ebrei ha avuto il permesso di vivere a Bologna.
Il ghetto è una tra le zone più interessanti del centro città, circondato da palazzi che appartenevano a ricchi mercanti e banchieri ebrei e con numerose botteghe artigiane.
Per la visita si possono seguire le tappe indicate dalla mappa a forma di "Mano di Miriam", simbolo ebraico.
Dopo la Galleria Aquaderni, entra a sinistra in Via Canonica e poi destra in Via dell’Inferno, prosegui fino alla Piazzetta dedicata a Marco Biagi, giuslavorista, assassinato nel 2002 in via Valdonica. In fondo a questa via c’è il Museo Ebraico. All'entrata c’è un grande cancello sempre chiuso, per visitarlo è necessario suonare il campanello.
Tornando indietro su via Valdonica, si torna su via Zamboni, passando per il Vicolo Luretta, stretto e occupato dai parcheggi e via Marsala. I rumori e le voci della zona universitaria si fanno di nuovo sentire e le strade sono affollate. Sulle porte c’è ancora la vecchia numerazione civica per quartieri di fine '700.
Si prosegue a destra per visitare la Basilica di San Giacomo Maggiore. All'interno ci sono opere di arte rinascimentale, da vedere le bellissime Cappella Bentivoglio e Cappella Poggi.
Il portico rinascimentale che affianca la chiesa è molto elegante, con colonne di arenaria scanalate e con fregi scolpiti. Sul portico ci sono varie aree gotiche dipinte, destinate a sepolcri.
Dal portico si arriva alla Chiesa di Santa Cecilia, decorata con splendidi affreschi che rappresentano alcuni episodi della vita della Santa e di San Valeriano, realizzati nel 1504-1506 dai migliori maestri di Bologna. Si cammina verso destra su via Zamboni fino all'Oratorio di Santa Cecilia. All’interno ci accoglie un gradevole angolo verde nascosto.
Nei dipinti sono raffigurati episodi della vita di Santa Cecilia e del suo sposo Valeriano, vissuti al tempo del papa Urbano I, che sono diventati martiri perché si sono rifiutati di rinnegare la loro fede.
Si procede sotto il portico fino alla Piazza intitolata a Giuseppe Verdi.
È il centro della via Zamboni e punto di incontro della zona universitaria, spesso affollata di giovani o luogo di manifestazioni. Sulla piazza c'è anche il Teatro Comunale con l’entrata su Largo Respighi. Il Teatro Comunale sorge sull’area già occupata dal palazzo Bentivoglio, che venne distrutto nel 1507. Il teatro fu realizzato su progetto di Antonio Galli Bibbiena e inaugurato nel 1763. Successivamente, in varie fasi, furono eseguiti affreschi all’interno e ristrutturazioni di vario tipo.
La piazza davanti al teatro è denominata Piazza Verdi. La piazza si estende sullo spazio che fu occupato dalle scuderie dei Bentivoglio, anche se fu distrutto con tutto il palazzo.
Pochi passi ancora su via Zamboni e si arriva a Piazza Scaravilli, spesso usata come sede di eventi e spettacoli organizzati dal Comune e dall’Università.
Proseguendo su via Zamboni si arriva in piazza Puntoni e girando a sinistra si trova l’ingresso della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Partendo da Piazza Maggiore raggiungere l’incrocio con via Rizzoli e poi svoltare a destra. Percorrere i portici di via Rizzoli fino al semaforo ed attraversare le strisce pedonali raggiungendo Piazza di Porta Ravegnana. Via Zamboni si trova sulla sinistra.
Dall'inizio di via Zamboni fino all’inizio dei portici nel lato sinistro della via in direzione dei viali, la pavimentazione è un po' sconnessa.
L’accesso ai portici non ha gradini e la pavimentazione sotto è liscia.
Dopo la piazzetta Achille Ardigò si passa sul lato destro dei portici che non presenta barriere e proseguendo si attraversa Piazza Rossini e si raggiunge la Basilica di San Giacomo Maggiore.
Proseguendo si raggiunge l’Oratorio di Santa Cecilia.
Il portico termina con una scalinata all’altezza di Piazza Verdi e per proseguire bisogna rifare la strada all’indietro fino a Piazza Rossini, uscire dai portici e percorrere la pista ciclabile per un breve tratto e poi si rientra sotto i portici.
Arrivati in Piazza Verdi, bisogna svoltare leggermente e proseguire a destra dei portici del Teatro Comunale, perché poco dopo presentano due scalini. Per entrare nel Teatro Comunale bisogna richiedere la pedana mobile.
Riprendendo la via, si possono percorrere di nuovo i portici sulla sinistra che sono accessibili fino a Piazza Puntoni. La si attraversa senza ostacoli e si gira a sinistra per via Belle Arti per entrare nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Per farlo bisogna risalire fino al n. 52 di via Belle Arti dove si può trovare una rampa.
Dopo si percorre a destra il portico con pavimentazione liscia e si arriva al n. 56, l'entrata della Pinacoteca.
Il portone di ingresso è molto ampio e negli orari di apertura è sempre aperto. Subito sulla destra potete trovare la biglietteria, altezza banco 114 cm; dopo la biglietteria trovate una rampa con larghezza di 110 cm.
Il progetto per la realizzazione degli itinerari è stato promosso dal Comune di Bologna, Fondazione per l’Innovazione Urbana e Università di Bologna, in collaborazione con Accaparlante, Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, Fondazione Gualandi a favore dei Sordi, ITcares, La Girobussola onlus, MUVet, progetto MIA musei inclusivi aperti, Bologna Musei, Sistema Museale di Ateneo.