Conosciuta come Bologna la Dotta per la sua lunga tradizione accademica, qui fu fondata la prima università del mondo occidentale ed è qui che lo studio e la ricerca diventano progresso.
Da dove partiamo per scoprire i luoghi simbolo dell'Università di Bologna?
I monumenti più in vista della città non sono dedicati né a ricchi sovrani né a santi patroni. A Bologna il vero eroe da ricordare e omaggiare era il
professore universitario. E così, oltre ai suggestivi rilievi oggi conservati al
Museo Civico Medievale, si trovano ancora intatte, nel piazzale antistante la
Basilica di San Domenico e dietro l’abside della
Chiesa di San Francesco, le venerabili
Arche dei Glossatori, così chiamate perché dedicate ai dottori dello Studio medievale, che apponevano le loro glosse (i loro appunti) sugli antichi scritti giuridici.
Foto di P. Sorgetti
Il vasto complesso è un interessante esempio di architettura razionalista, simbolo di una rinnovata cultura edilizia. Progettato da Giuseppe Vaccaro in collaborazione con Enrico De Angelis, venne solennemente inaugurato il 28 ottobre 1935, anniversario della Marcia su Roma. All'ingresso ci accoglie la mole dell'alta torre rivestita in laterizio destinata al deposito dei libri: per l'epoca un prodigio tecnologico.
Il corpo principale ospita l'aula magna, la presidenza e gli uffici ed è caratterizzato da ampie aperture verticali, mentre le grandi aule da disegno sono illuminate da lunghe finestre a nastro. Il monumentale atrio di ingresso a doppio volume interamente rivestito in marmo è stato recentemente la suggestiva location del film Diabolik.
Foto di Oscar Ferrari
Il Barocco bolognese abita a
Palazzo senatorio Marescotti Brazzetti. A partire dal 1680 il cinquecentesco palazzo dei conti Marescotti viene completamente trasformato e arricchito di straordinarie decorazioni. L'elemento più sorprendente è certamente lo scenografico
scalone d’onore a doppia rampa su progetto dell’architetto Gian Giacomo Monti. Un vero e proprio spazio teatrale, amplificato da numerose aperture e affacci, reali e simulati, pensato per
accogliere i fastosi cortei e il magniloquente cerimoniale dell’epoca. Al piano nobile si conservano sale con
volte squisitamente
affrescate a tema araldico e mitologico e stucchi di grande originalità ed eleganza.
Foto di Antonio Cesari
Finalmente, nel 1563, per volere papale l’
Alma Mater trovò la sua sede in
Palazzo dell’Archiginnasio, costruito dal Terribilia sul lato sinistro di San Petronio. Sopra le 30 arcate del
Portico del Pavaglione, un tempo adibito al commercio della seta, gli attuali ambienti della
Biblioteca comunale, ospitavano aule e uffici, tutti completamente rivestiti da
stemmi, motti e insegne che testimoniano ancora gli oltre
due secoli di vita accademica dell’edificio. Da non perdere è poi il seicentesco
Teatro Anatomico, nel quale le statue lignee di illustri medici ricordano come proprio all’Alma Mater sia
nata la pratica di dissezione anatomica.
E poi?
Una sontuosa
dimora cardinalizia cinquecentesca, una rinomata sede di un istituto settecentesco, un pachidermico edificio che negli ultimi due secoli si è ingrandito per ospitare al meglio l'Ateneo:
Palazzo Poggi è una meta imprescindibile per chi viene a Bologna.
Al suo interno è una vera e propria
cittadella universitaria: antiche collezioni scientifiche e stanze accademiche sotto le volte affrescate dal Tibaldi, dal Fontana e da Niccolò dell’Abate, uffici del Rettorato che riportano ai fasti del barocco, su su, fino alla
Torre della Specola, dalla cima della quale si vede tutta la città.
Foto di Antonio Cesari
Questo luogo di grande fascino è giunto a noi quasi intatto: una sala lunga 36 metri scandita da quattro monumentali colonne, interamente fasciata da eleganti scansie in radica di noce che, ancora oggi, accolgono gli antichi volumi. Il progetto, di stampo illuministico, è completato da 28 busti di uomini illustri che ci osservano dall'alto, personificazioni ideali delle varie discipline.
Foto di Antonio Cesari
Il canto del cigno dell’ancien régime!
Nel 1793 si apre il cantiere di
Palazzo Hercolani, l'
ultimo palazzo senatorio costruito in città, tre anni prima dell’arrivo di Napoleone. Il progetto, in ogni dettaglio, compreso l'allestimento del giardino, in parte ancora esistente, viene affidato all’architetto Angelo Venturoli massimo interprete del classicismo neopalladiano a Bologna.
Dal vasto cortile porticato si accede allo scalone monumentale ornato da statue neoclassiche in stucco di Giacomo de Maria tra le quali spiccano, nella loggia, le Fatiche di Ercole. La decorazione dei numerosi ambienti prosegue fino al primo decennio dell’Ottocento con una meravigliosa "stanza alla boschereccia" al piano terra, capolavoro di Rodolfo Fantuzzi.
Foto di Antonio Cesari