Tra le opere delle collezioni permanenti
Aggiornato il 20 marzo 2020 Da Bologna Welcome
Roberto Grandi, già Presidente dell'istituzione Bologna Musei. Conosce la vita culturale di Bologna dove è stato Assessore alla Cultura e, per nove anni, Pro Rettore dell'Università di Bologna.
Partiamo dal Museo civico Archeologico, a fianco della Basilica di San Petronio, che custodisce, oltre a una preziosa raccolta di antichità egiziane, la memoria più antica del territorio: la Bologna etrusca, gallica e romana. I musei contengono oggetti e materiali che raccontano storie affascinanti e sconosciute. Tra le tante di questo museo, per me, è bello perdermi nel racconto inciso su fasce parallele nelle pareti esterne della situla estrusca in lamina di bronzo, utilizzata per contenere le ceneri della defunta. Siamo nella Sala X, tomba 68. Verso due suonatori si dirige una processione sacra con tanto di animali da sacrificare, donne che portano il necessario per banchettare e, in chiusura, una parata militare. È un invito alla festa, per chi lo vuole raccogliere, che ci aspetta da 2500 anni.
Passeggiare nelle splendide sale del Museo Medievale contrasta con il luogo comune di un Medioevo buio. Sculture, dipinti, ceramiche, codici miniati, armi, avori, bronzetti, vetri ci lasciano letteralmente stupiti e ci fanno ricredere sui pregiudizi con cui vi siamo entrati. Vi porto prima ad ammirare una testimonianza della vita universitaria del primo ateneo del mondo (1088). Un frammento in marmo dell’Arca monumentale del giurista Giovanni da Legnano. Sono raffigurati studenti a lezione: uno legge, alcuni osservano il docente, altri sono assorti nei loro pensieri. Poi possiamo dirigerci verso la statua di Bonifacio VIII, opera di Manno di Bandini, in lastre dorate su anima di legno del 1301. La sua altezza con la sua sfolgorante sontuosità e l’iconicità prepotente me l’hanno sempre fatta percepire come una figura che racconta storie della galassia lontana da cui proviene.