Studio Casa Morandi dettaglio. Foto di Roberto Serra

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Sulle orme di Giorgio Morandi

Aggiornato il 12 maggio 2021 Da Bologna Welcome

Ci accompagna in questa promenade…

Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. 

Siamo appena arrivati in città. Da dove partiamo? 

Un itinerario per scoprire e rivivere la figura del grande artista bolognese Giorgio Morandi non può che cominciare da una visita alla più completa e significativa collezione al mondo dedicata alla sua opera, il Museo Morandi appunto, attualmente ospitato nelle sale dell’Ex Forno del Pane dove si trovano anche le collezioni del MAMbo. Qui è possibile ammirare le sue celebri nature morte, i silenziosi paesaggi insieme a incisioni, disegni e acquerelli, esiti di una delle più alte espressioni artistiche del Novecento italiano.


© M. A. Ghilardi

Lasciato l’edificio storico in via don Minzoni, nella nostra passeggiata verso la casa dell’artista in via Fondazza, ci fermeremo prima di tutto negli spazi dell’Accademia di Belle Arti, dove Morandi ha insegnato tecniche d’incisione all'acquaforte fra il 1930 e il 1956 e dove si trova il suo torchio che ancora oggi viene utilizzato dagli studenti. Accanto, sulla stessa via, è possibile inoltre visitare le ricche sale della Pinacoteca Nazionale, dove Morandi si soffermava spesso a studiare alcune delle tele di scuola bolognese del Seicento, soprattutto quelle di Guido Reni.

Pinacoteca Nazionale

Quali sono i luoghi della vita di Morandi?

Risalendo per via Zamboni, dove hanno sede molti dipartimenti storici dell’Università più antica del mondo, e prendendo poi per piazza Aldrovandi, passeremo per forza sotto l'elegante quadriportico dell’annessa Chiesa dei Servi, altro luogo molto amato da Morandi nel suo percorso a piedi dalla casa verso l’Accademia e dove è conservata la preziosa tavola con una Madonna in trono di Cimabue.

Infine, percorrendo Strada Maggiore, un pezzo dell’arteria centrale che attraversa la città di Bologna, incroceremo via Fondazza tipica strada dai portici bassi dove, al civico 36, eccoci finalmente giungere al clou del nostro percorso: Casa Morandi, l’appartamento dove l’artista visse con la madre e le tre sorelle dal 1910 fino alla morte, avvenuta nel 1964.

Studio di Casa Morandi-Lo studio. Foto di Roberto Serra

Restaurata e aperta al pubblico nel 2009, la casa-museo rappresenta uno spazio unico di approfondimento sull'opera e sulla vita dell'artista bolognese, dove poter rivivere le atmosfere morandiane fin nei minimi dettagli: dal suo atelier con i numerosi oggetti e modelli originali che utilizzava per le sue tele, dalle prove colore sulle pareti alla sua biblioteca personale con più di seicento volumi. Una fedele ricostruzione, integrata nell'anticamera da alcuni arredi originali e da alcune opere di arte antica appartenute alla famiglia, oltre a una mirata selezione di fotografie, libri e documenti di vario genere esposti nelle teche lungo il percorso espositivo.

Dettaglio studio in Casa Morandi. Foto di Roberto Serra

E poi?

Per completare davvero la conoscenza dei luoghi dove Morandi ha vissuto e lavorato, nel nostro itinerario non può mancare una visita al paese appenninico di Grizzana, a meno di un’ora d’auto da Bologna e dove l’artista era solito trascorrere la villeggiatura estiva con la famiglia sin dal lontano 1913. Solo nel 1960 Morandi si fece costruire una casa, molto semplice e luminosa, con uno studio pieno di finestre, da dove fosse possibile ammirare il paesaggio che poi dipingeva. Qui, in questo piccolo e austero paese, fatto di poche case, dove l’atmosfera pare ferma nel tempo, anche l’abitazione e lo studio dell’artista si sono mantenuti intatti e inalterati; ogni stanza e ogni oggetto sono proprio come li avevano lasciati Morandi e le sorelle. Ancora oggi è possibile passeggiare sugli stessi sentieri percorsi allora dall'artista, assaporare quella natura asciutta e scarna tipica del paesaggio intorno a Grizzana, in cui Morandi ritrovava molto del suo carattere schivo e sobrio, quei luoghi dall'aria cruda e pulita che saranno per lui fonte inesauribile di contemplazione e ispirazione.


© Elisa Maria Cerra

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