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Donne all'ombra delle Due Torri

Aggiornato il 03 marzo 2020 Da Comune di Bologna

Bologna è ricca di donne che hanno dato il loro contributo al progresso artistico, alla divulgazione scientifica, alla strategia politica e al benessere sociale della città. Unite tutte da un unico fil rouge, la passione, che veicola da sempre l’animo femminile. 




In piazza Maggiore camminarono, in pieno medioevo, Bettisia Gozzadini, Novella d'Andrea e Margherita Legnani, tutte esponenti di importanti casate, legate dalla passione per la cultura. Insegnarono a studenti universitari in vari modi per potersi destreggiare in un ambiente fortemente maschile e disegualitario: la giovane Bettisia, laureata in giurisprudenza nel 1236, si vestì per molti anni da uomo, Novella tenne le sue lezioni coperta da un velo, Margherita insegnò affacciandosi da una finestra.

Ginevra Sforza, figlia del Signore di Pesaro, giunse a Bologna nel 1454 per andare in sposa a soli 12 anni a Sante Bentivoglio, signore della città. Alla morte di questi, Ginevra si risposò con Giovanni II Bentivoglio, suo coetaneo. Lavorarono fianco a fianco per consolidare ed aumentare il potere della casata fino a quando nel 1506 papa Giulio II cacciò i Bentivoglio da Bologna. Ginevra non si rassegnò mai, motivo della sua fama da cospiratrice; fu mandante di orrendi delitti e personaggio vile, come i cronisti dell'epoca la dipinsero. Morì sola nel 1507, scomunicata e gettata in una fossa comune. La sua magnifica residenza fu distrutta nel luogo dove oggi sorge il Teatro Comunale.




Nata a Bologna nel 1714, Anna Morandi studiosa di scultura e disegno, sposò Giovanni Manzolini, anatomista e ceroplasta. Quando egli si ammalò, Anna ne prese il posto aiutandolo nella dissezione dei cadaveri e nella riproduzione in cera delle parti anatomiche, ottenendo il permesso di insegnare in sua vece. Nel 1755 fu nominata dal Senato di Bologna modellatrice di cera presso la Cattedra di Anatomia dell'Università. I musei di Palazzo Poggi sono ancor oggi i custodi della sua maestria. Nel busto in cui si rappresentò tiene un cervello in mano: intuì la sua centralità per il funzionamento del corpo umano e l'importanza del sistema nervoso per la trasmissione degli impulsi ai muscoli.

Cornelia Rossi Martinetti, nata a Lugo di Romagna nel 1781, fu la musa di tanti artisti tra cui Ugo Foscolo, che la decanterà come Polinnia ne “Le Grazie”, Canova che la chiamerà affettuosamente venere bruna, Leopardi, Rossini, Chateaubriand, Stendhal e persino re Luigi di Baviera. Il giovane marito, l'architetto Battista Martinetti, trasformò le case adiacenti la chiesa dei SS. Vitale e Agricola in una loro residenza romantica: i vecchi chiostri del monastero diventarono i giardini privati della famiglia mentre l'antica cripta, ora riportata all'aspetto originario, fu trasformata in una grotta eclettica di stalattiti e stalagmiti.


Nella Chiesa di San Giovanni in Monte è conservata la tomba della Beata Elena Duglioli (1472-1520). Per lei venne realizzata l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, oggi custodita presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, mentre una copia campeggia nella cappella della chiesa. Accettò di sposarsi, su volere della madre, con un uomo assai più anziano di lei, vivendo il matrimonio in completa castità e ispirandosi a Santa Cecilia, si dedicò ad opere di carità. Nel 1828 fu proclamata Beata.

Nel 1601 all'interno della Basilica di San Domenico vennero terminati i "Quindici Misteri del Rosario" che fanno da corona alla nicchia con l’immagine della Beata Vergine: "Gesù tra i Dottori" e "L'incoronazione della Vergine" sono opera di Lavinia Fontana, figlia del noto pittore Prospero. Sono sue alcune opere in diverse chiese cittadine e nel Museo Davia Bargellini. Nel 1665 si celebrarono in questa basilica, i funerali della giovane Elisabetta Sirani, morta due mesi e mezzo prima ma sepolta solo dopo lunghissime indagini. Elisabetta, artista di rara sensibilità, seppe circondarsi di molte allieve che proseguiranno la professione.



Santa Caterina de Vigri fu donna di profondissima fede e artista dotata dell'arte della miniatura e della copiatura. Decise da giovanissima di entrare nel convento ferrarese del Corpus Domini che lasciò solo per giungere a quello di Bologna nel 1456. Ancora oggi, a sei secoli dalla morte, il suo corpo perfettamente conservato è accudito dalle monache clarisse del monastero e venerato dai tanti devoti alla Santa. La scienza, nonostante gli studi, non ha potuto spiegare il fenomeno di questa conservazione straordinaria.

Gentile Budrioli, nata in una rispettabile famiglia e sposata al notaio Cimieri, fu tra gli allievi più promettenti di Scipione Manfredi, noto Maestro di astrologia dell'Università di Bologna, e apprese i segreti delle erbe dal francescano Frate Silvestro. Visse nel torresotto di via Portanova, passò alla storia come Strega Enormissima. Cadde vittima di invidie e, dopo orrende torture, fu messa al rogo nel 1498.




Properzia de' Rossi fu la prima scultrice della storia. Personaggio estroso e indomabile di inizio Cinquecento, passò con disinvoltura dallo scolpire blocchi di marmo al decorare i noccioli di pesca. I magnifici capitelli di Palazzo Bolognini di via Santo Stefano pare siano una delle opere rimaste della famosa pioniera dell'arte, ma anche la Basilica di San Petronio cela, presso il piccolo museo interno, un bassorilievo di sua mano. Un piccolo e straordinario capolavoro è conservato al Museo Civico Medievale: lo stemma della famiglia Grassi, nel telaio in filigrana sono incastonati 11 noccioli con figure di Apostoli e Sante.


  Scarica la brochure informativa sulle donne all'ombra delle Due Torri

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