Bologna
è ricca di donne che hanno dato il loro contributo al progresso artistico, alla
divulgazione scientifica, alla strategia politica e al benessere sociale della
città. Unite tutte da un unico fil rouge,
la passione, che veicola da sempre l’animo femminile.
In piazza Maggiore camminarono, in pieno medioevo, Bettisia Gozzadini, Novella
d'Andrea e Margherita Legnani,
tutte esponenti di importanti casate, legate dalla passione per la cultura. Insegnarono a studenti
universitari in vari modi per potersi destreggiare in un ambiente fortemente
maschile e disegualitario: la giovane Bettisia, laureata in giurisprudenza nel
1236, si vestì per molti anni da uomo, Novella tenne le sue lezioni coperta da
un velo, Margherita insegnò affacciandosi da una finestra.
Ginevra Sforza, figlia
del Signore di Pesaro, giunse a Bologna nel 1454 per andare in sposa a soli 12
anni a Sante Bentivoglio, signore della città. Alla morte di questi, Ginevra si
risposò con Giovanni II Bentivoglio, suo coetaneo. Lavorarono fianco a fianco
per consolidare ed aumentare il potere della casata fino a quando nel 1506 papa
Giulio II cacciò i Bentivoglio da Bologna. Ginevra non si rassegnò mai, motivo della sua fama da cospiratrice; fu mandante
di orrendi delitti e personaggio vile, come i cronisti dell'epoca la dipinsero.
Morì sola nel 1507, scomunicata e gettata in una fossa comune. La sua magnifica
residenza fu distrutta nel luogo dove oggi sorge il Teatro Comunale.
Nata
a Bologna nel 1714, Anna Morandi
studiosa di scultura e disegno, sposò Giovanni Manzolini, anatomista e ceroplasta.
Quando egli si ammalò, Anna ne prese il posto aiutandolo nella dissezione dei
cadaveri e nella riproduzione in cera delle parti anatomiche, ottenendo il
permesso di insegnare in sua vece. Nel 1755 fu nominata dal Senato di Bologna
modellatrice di cera presso la Cattedra di Anatomia dell'Università. I musei di Palazzo Poggi sono ancor oggi i custodi della sua
maestria. Nel busto in cui si rappresentò tiene un cervello in mano: intuì la
sua centralità per il funzionamento del corpo umano e l'importanza del sistema
nervoso per la trasmissione degli impulsi ai muscoli.
Cornelia Rossi Martinetti, nata a Lugo di Romagna nel 1781, fu la
musa di tanti artisti tra cui Ugo Foscolo, che la decanterà come Polinnia ne
“Le Grazie”, Canova che la chiamerà affettuosamente venere bruna,
Leopardi, Rossini, Chateaubriand, Stendhal e persino re Luigi di Baviera. Il
giovane marito, l'architetto Battista Martinetti, trasformò le case adiacenti
la chiesa dei SS. Vitale e Agricola in una loro residenza romantica: i vecchi
chiostri del monastero diventarono i giardini privati della famiglia mentre
l'antica cripta, ora riportata all'aspetto originario, fu trasformata in una
grotta eclettica di stalattiti e stalagmiti.
Nella
Chiesa di San Giovanni in Monte è conservata la tomba della Beata Elena
Duglioli (1472-1520). Per lei venne realizzata l’Estasi di Santa
Cecilia di Raffaello, oggi custodita presso la Pinacoteca Nazionale di
Bologna, mentre una copia campeggia nella cappella della chiesa. Accettò
di sposarsi, su volere della madre, con un uomo assai più anziano di lei,
vivendo il matrimonio in completa castità e ispirandosi a Santa Cecilia,
si dedicò ad opere di carità. Nel 1828 fu proclamata Beata.
Nel
1601 all'interno della Basilica di San Domenico vennero terminati i "Quindici Misteri del Rosario" che fanno da
corona alla nicchia con l’immagine della Beata Vergine: "Gesù tra
i Dottori" e "L'incoronazione della Vergine" sono opera
di Lavinia Fontana, figlia del noto
pittore Prospero. Sono sue alcune opere in diverse chiese cittadine e nel Museo Davia Bargellini. Nel 1665 si celebrarono in questa basilica, i funerali della
giovane Elisabetta Sirani, morta due
mesi e mezzo prima ma sepolta solo dopo lunghissime indagini. Elisabetta,
artista di rara sensibilità, seppe circondarsi di molte allieve che
proseguiranno la professione.
Santa Caterina de Vigri fu donna
di profondissima fede e artista dotata dell'arte della miniatura e della
copiatura. Decise da giovanissima di entrare nel convento ferrarese del Corpus Domini che lasciò solo per giungere a quello di Bologna nel 1456. Ancora oggi,
a sei secoli dalla morte, il suo corpo perfettamente conservato è accudito
dalle monache clarisse del monastero e venerato dai tanti devoti alla Santa. La
scienza, nonostante gli studi, non ha potuto spiegare il fenomeno di questa
conservazione straordinaria.
Gentile Budrioli, nata in
una rispettabile famiglia e sposata al notaio Cimieri, fu tra gli allievi più
promettenti di Scipione Manfredi, noto Maestro di astrologia dell'Università di
Bologna, e apprese i segreti delle erbe dal francescano Frate Silvestro. Visse
nel torresotto di via Portanova, passò alla storia come Strega
Enormissima. Cadde vittima di invidie e, dopo orrende torture, fu messa al
rogo nel 1498.
Properzia de' Rossi fu la
prima scultrice della storia. Personaggio estroso e
indomabile di inizio Cinquecento, passò con disinvoltura dallo scolpire blocchi
di marmo al decorare i noccioli di pesca. I magnifici capitelli di Palazzo Bolognini di via Santo Stefano pare siano una delle opere rimaste della famosa
pioniera dell'arte, ma anche la Basilica di San Petronio cela, presso il
piccolo museo interno, un bassorilievo di sua mano. Un piccolo e straordinario
capolavoro è conservato al Museo Civico Medievale: lo stemma della famiglia Grassi,
nel telaio in filigrana sono incastonati 11 noccioli con figure di Apostoli e
Sante. Scarica la brochure informativa sulle donne all'ombra delle Due Torri