Olindo Guerrini (1845/1916), poeta del secondo 800, bibliofilo e studioso di letteratura. Fra i suoi saggi La tavola e la cucina nei secoli XIV e XV, che rappresenta la prima rigorosa indagine sulla cucina italiana del medioevo e L’arte di utilizzare gli avanza della mensa, scritta sotto lo pseudonimo di “Lorenzo Stecchetti” e comparsa postuma nel 1918. Da quest'ultimo la citazione sulle Tagliatelle.
PROCEDIMENTO
Fate una pasta d'uovo e di farina e riducete rimestando il tutto in una sfoglia ma non troppo fina, uguale, soda e sul taglier pulito, fatene tagliatelle larghe un dito, che farete bollire allegramente in molt'acqua salata, avendo cura che, come si suol dir, restino 'al dente', poiché, se passa il punto di cottura diventa pappa molle, porcheria, insomma roba da buttar via. Dall'altra parte in un tegame basso mettete alcune fette di prosciutto tagliate a dadi, misto, magro e grasso; indi col burro rosoloate il tutto. Scolate la minestra e poi conditela con questo intinto e forma, indi servitela. Questa minestra che onora Bologna detta 'la grassa' non inutilmente, carezza l'uomo dove gli bisogna, dà molta forza ai muscoli e alla mente fa prender tutto con filosofia piace, nutre, consola e così via.
Le Tagliatelle tratta da “L’arte di utilizzare gli avanza della mensa”, scritta sotto lo pseudonimo di “Lorenzo Stecchetti” e comparsa postuma nel 1918.