Cinzia Malaguti

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Aemilia Ars nella Pianura Bolognese

Aggiornato il 09 luglio 2025 Da Bologna Welcome

Sulle tracce dell’arte bolognese legata alla società fondata dall’architetto Alfonso Rubbiani, questo percorso conduce alla scoperta dei gioielli dell'Aemilia Ars nella pianura a nord della città, testimonianze concrete di un’eredità culturale ancora viva.

  • L’Aemilia Ars

Fondata nel 1898 l’Aemilia Ars fu una società artistico-artigianale ispirata al movimento inglese delle Arts and Crafts, ma sviluppata con caratteristiche profondamente radicate nella tradizione culturale bolognese. L'obiettivo era promuovere un rinnovamento delle arti applicate e dell'artigianato, recuperando lo spirito medievale e rinascimentale come base stilistica, fusa con motivi floreali e naturali tipici dello stile liberty, segnando profondamente l’identità artistica bolognese di inizio Novecento. Non a caso, questa tradizione è oggi iscritta nel registro De.Co. Bologna, ovvero la Denominazione Comunale che tutela e valorizza le espressioni culturali locali più rappresentative.

La Società si poneva l’ambizioso intento di creare una collaborazione stretta e virtuosa tra artisti, artigiani e committenti, nella convinzione che ogni oggetto potesse essere al contempo funzionale e bello

Queste idee trovavano applicazione in mobili, pizzi, gioielli, legature in cuoio, e oggetti d’uso quotidiano, sempre ispirati all’arte medievale, alla natura e alla classicità. Le opere nate da questo approccio si distinguevano per una omogeneità stilistica che le rendeva immediatamente riconoscibili.

Il successo dell’Aemilia Ars raggiunse l’apice con la partecipazione all’Esposizione Internazionale di Torino del 1902, dove la sala bolognese fu tra le più apprezzate. Tuttavia, nonostante i riconoscimenti internazionali, la società si sciolse nel 1903, anche a causa di difficoltà economiche e di un mercato limitato. Per preservare l'eredità del progetto, fu mantenuta viva una sola attività: quella del merletto e del ricamo a punto antico che si distingueva per uno stile sobrio, classico e profondamente legato alla parlata dolce della città.

Prima tappa il Palazzo Municipale di Budrio, al cui interno si trovano la splendida scalinata e la Sala Consiliare decorate dai maestri dell’Aemilia Ars con motivi floreali ed elementi stilizzati tipici del liberty bolognese. Un tempo residenza nobiliare e poi convento, l'edificio divenne proprietà comunale nel 1871. Nel 1879 fu sottoposto a una radicale trasformazione: la torre venne abbassata e ornata con una corona di merli, mentre l’intero complesso fu reinterpretato in stile neogotico, conservando però dettagli originali come le cornici delle finestre e alcuni ornamenti antichi.

Il progetto dell’ornamentazione fu affidato proprio ad Alfonso Rubbiani, all’epoca anche consigliere comunale di Budrio. Egli curò personalmente i disegni per tutti gli arredi lignei, le eleganti cancellate in ferro battuto e le vetrate artistiche, oltre alle quattro epigrafi che decorano le pareti della Sala Consiliare. La decorazione pittorica fu realizzata da Achille Casanova, che utilizzò lo stelo della canapa – pianta simbolo dell’economia locale – come motivo floreale di sfondo per gli stemmi comunali e delle frazioni. Le pareti dello scalone, invece, furono decorate nel 1911 da Giovanni Venturoli in uno stile liberty arioso, arricchito da massime latine sul buon governo e dagli stemmi delle frazioni.

  • Bentivoglio – Castello e Palazzo Rosso 

Proseguendo si giunge a Bentivoglio, che ospita due importanti opere architettoniche:

  • Il Castello di Bentivoglio, conosciuto anche come Domus Jocunditatis o Castello di Ponte Poledrano, fu costruito nella seconda metà del Quattrocento come residenza di svago della Signoria dei Bentivoglio, in particolare di Giovanni II Bentivoglio, nel periodo di massimo splendore della famiglia. L’edificio a pianta quadrata, con ampie finestre e un cortile centrale luminoso, presenta ancora oggi la sua struttura rinascimentale originale, restaurata a fine Ottocento da Alfonso Rubbiani.

    All’interno, si conservano affreschi cinquecenteschi e decorazioni più tarde ispirate allo stile dell’Aemilia Ars. Particolarmente suggestiva è la Sala delle Storie del Pane, in cui la vita agricola delle terre bentivogliesi è illustrata con vivaci scene pittoriche. Altri ambienti, come la cappella privata, sono decorati con motivi simbolici e religiosi che riflettono il prestigio della signoria bolognese.


  • Il Palazzo Rosso, così chiamato per il colore intenso dei suoi mattoni, è uno dei più rari e significativi esempi di Aemilia Ars applicata all’architettura civile nelle campagne bolognesi. Fu costruito alla fine dell’Ottocento per volontà del marchese Carlo Alberto Pizzardi, affacciandosi direttamente sul Canale Navile, nei pressi dell’antico sostegno di Bentivoglio.

    All’ingresso, le pareti decorate con pitture murali raffiguranti un elegante volo di anatre su un campo di iris gialli accolgono il visitatore, anticipando lo stile raffinato degli interni. Una scala ornata conduce al piano nobile, dove un lungo corridoio porta alla splendida Sala dello Zodiaco. Il soffitto rappresenta un suggestivo cielo notturno, mentre le pareti, suddivise in tre livelli distinti, illustrano i segni zodiacali, l’ambiente palustre della pianura con i suoi uccelli e la ricchezza acquatica di pesci e vegetazione.


A Bentivoglio ha inoltre sede l’Associazione “I Merletti di Antonilla Cantelli”, che ancora oggi mantiene viva la tradizione dei merletti Aemilia Ars, perpetuando un sapere artigiano tramandato da generazioni.

Il percorso continua a Baricella, nella zona centro-orientale del contado bolognese, dove si trova il suggestivo Oratorio di San Marco, noto anche come Cappella Zucchini. Edificato nel 1905 su commissione di Giulia Sassoli, vedova di Enrico Zucchini, l’edificio in mattoni con decorazioni in cotto neomedievali è opera del pittore Giuseppe De Col ed è considerato uno degli esempi più significativi di arte funeraria legata all’Aemilia Ars.

Progettato come cappella funeraria, importante figura nella modernizzazione agricola del territorio, l’oratorio rappresenta una sintesi perfetta tra arte e artigianato, esprimendo totalmente la maestria degli artigiani e artisti bolognesi del gruppo Aemilia Ars. L’interno è interamente decorato con affreschi ispirati al linguaggio simbolico floreale in perfetta coerenza con l’estetica liberty dell’Aemilia Ars.
Le ceneri di Zucchini riposano ancora oggi all’interno della cappella, testimoniando un’opera che unisce memoria, bellezza e artigianato d’eccellenza.


Rientrando verso Bologna, l’itinerario fa tappa a Sala Bolognese, dove sorge la Pieve di Santa Maria Annunziata e San Biagio, uno dei più significativi monumenti romanico-lombardi del territorio. L’edificio, risalente al 1096, fu restaurato nel 1920 dall’architetto Giuseppe Rivani, allievo di Alfonso Rubbiani e figura legata alla scuola dell’Aemilia Ars.

Il restauro, condotto nel pieno rispetto delle forme originarie, ha valorizzato l’architettura romanica integrandola con elementi decorativi coerenti con il gusto e i principi estetici del movimento. L’interno conserva un soffitto ligneo a capriate e un'imponente scalinata centrale che conduce al presbiterio dove si trova uno degli elementi più affascinanti della chiesa: un altare maggiore scolpito su un’antica ara pagana, arricchito dalla presenza dell’aquila dell’Impero svevo scolpita nel parapetto dell’ambone. 

Un luogo in cui storia, arte e spiritualità si intrecciano, reso ancora più prezioso dall’impronta dell’Aemilia Ars.


© Piergiorgio Sorgetti

Scopri la storia dell’Aemilia Ars a Bologna - Palazzo Pepoli

Per chi desidera approfondire ulteriormente la conoscenza di questo affascinante movimento artistico e artigianale, si consiglia una visita a Palazzo Pepoli e al suo Museo della Storia di Bologna. All’interno del museo è presente una sezione dedicata proprio all’Aemilia Ars, con esempi concreti di produzioni artistiche e materiali d’archivio.

Palazzo Pepoli, riconosciuto come la casa della cultura popolare bolognese, ospita anche eventi e iniziative per valorizzare le tradizioni locali e le eccellenze riconosciute come Denominazioni Comunali di Origine (De.Co.). Un’occasione unica per riscoprire le radici artigianali e culturali di Bologna attraverso un linguaggio artistico che ancora oggi parla di bellezza e identità.


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Visita il sito ufficiale di Palazzo Pepoli

Vai su www.palazzopepoli.it per prenotare il Museo, scoprire gli eventi e gli spazi del Palazzo

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