Eclettico e multiforme, l’universo linguistico di Urs Lüthi si apre dagli anni 60 ad oggi alle più svariate forme mediatiche, che fanno della sua opera un insieme estremamente sfaccettato e complesso. Dalla fotografia alla scultura, dall’oggetto alle edizioni, dalla performance al video fino all’installazione, Urs Lüthi non tralascia la pittura che esplora nei primi anni 80 e per la durata di un decennio, sperimentando un nuovo linguaggio tra continuità e rottura. Nelle grandi tele figurative dipinte ad acrilico e poste nelle sale espositive della galleria in dialogo con cicli diversi di autoritratti scultorei, campeggiano sovrapponendosi gli uni agli altri corpi femminili e maschili ora stilisticamente declinati come rappresentazioni foto-realistiche di nudi quasi classici, ora come figure comiche simili a fumetti o a divertite esecuzioni vicine all’elementarietà del graffitismo.
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