Portico dei Servi Courtesy Francesco Ceccarelli

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Passeggiando sotto ai Portici UNESCO

Aggiornato il 02 dicembre 2021 Da Bologna Welcome

Dettaglio portici San Luca ©Lorenzo Burlando / Detail Porticoes of San Luca ©Lorenzo Burlando


Ci accompagna in questa promenade...

Francesco Ceccarelli, professore ordinario di Storia dell’Architettura all'Università di Bologna. Con le sue ricerche sui portici bolognesi tra medioevo ed età moderna ha contribuito alla loro iscrizione nella World Heritage List di Unesco.

Portici Unesco a Bologna: perché?

I 12 tratti di portico che compongono il sito seriale Unesco The Porticoes of Bologna sono stati selezionati per la loro esemplarità nel riassumere la storia di un'architettura millenaria che proprio in questa città si è radicata come in nessun'altra realtà urbana. Dal tardo medioevo in avanti, per ragioni giuridiche, economiche e culturali, il portico si diffuse infatti in modo capillare lungo il tracciato delle nuove strade in espansione, rendendo inconfondibile il paesaggio cittadino nei secoli successivi e dotandolo di una straordinaria varietà di soluzioni architettoniche.


Portici via Farini ©Marco Augusto Ghilardi

Allora, quali sono i portici Unesco e dove posso trovarli?

Suggerirei all'esploratore contemporaneo di seguire un ordine cronologico nella sua visita, partendo dai portici architravati delle modeste case artigiane, sviluppate per iniziativa monastica, lungo la via Santa Caterina, per poi passare alle diverse specie di portico tardo medievale, con arcate in muratura sostenute da murelli, che separavano il traffico veicolare da quello pedonale, di cui si possono ammirare esempi nei palazzi signorili di Piazza Santo Stefano, con le caratteristiche colonne in laterizio di forma ottagonale, che lasceranno presto il posto alle più classiche colonne in pietra di sezione circolare.


Portici di via Santa Caterina

Il portico protorinascimentale e quello più compiutamente rinascimentale, tra l’età bentivolesca e la fine del XVI secolo, sono poi ottimamente rappresentati dalle componenti di via Galliera e del Baraccano, che documentano la varietà di impiego di soluzioni porticate di ispirazione antiquaria, mentre la componente di Piazza Maggiore e dell’Archiginnasio coincide con l'area più centrale della città e accoglie al suo interno i grandiosi portici monumentali delle principali istituzioni civiche che si sviluppano lungo l'asse del Pavaglione e sotto alle poderose arcate del Palazzo del Podestà.


Portici di via Galliera ©Marco Augusto Ghilardi 

Spostandoci poi leggermente più a sud, possiamo mescolarci alla folla che frequenta i portici commerciali del XIX secolo sviluppati attorno a Piazza Cavour e a via Farini, progettati in chiave storicista reinterpretando un glorioso passato. Unico esempio di portico novecentesco che si trovi in area centrale e sia iscritto nella lista è invece il portico del Forno del Pane, un edificio dalla profonda valenza sociale realizzato nei pressi dell’antico porto Navile, che oggi ospita il Museo d’Arte Moderna (MAMbo) della città.


Portici del MAMbo

Passeggiando poi lungo le prospettive viarie rettilinee dell’area più orientale del centro antico, oltre al portico accademico della cittadella universitaria lungo la via Zamboni, possiamo apprezzare il processo di adattamento dei portici alle grandi fabbriche religiose. L’asse trionfale di Strada Maggiore non cuce ancora una volta assieme soltanto un’interminabile sequenza di edifici residenziali, ma accoglie anche al suo interno lo straordinario portico tardo gotico della chiesa di Santa Maria dei Servi, unico per ampiezza ed eleganza. Proseguendo poi verso oriente, il nastro porticato urbano dell’antica via Emilia si proietta anche all'esterno dell’antica cerchia muraria, con la prima “via coperta” che raggiunge la chiesa di Santa Maria degli Alemanni.

Portici di via Zamboni

E fuori dal centro?
Incamminandoci lungo il portico di San Luca,  riconosciuto fin dal Settecento come “davvero unico al mondo”, ripercorriamo una via processionale e devozionale barocca proiettata fuori dalla città murata per raggiungere al coperto il celebre santuario mariano e collegarlo architettonicamente al tessuto cittadino. È un percorso familiare a tutti i bolognesi, che continua ancor oggi a stupire chiunque ne affronti il ripido tracciato ascensionale il quale si conclude all'interno della basilica a pianta ellittica.


Portico di San Luca

Lungo il tratto di pianura, questo porticato viene poi intercettato da un’ulteriore galleria coperta che corrisponde all'ottocentesco portico della Certosa, progettato in età napoleonica come un'originalissima via sepolcrale porticata. Per raggiungere infine l’unica componente di portico modernista, ci dobbiamo spostare verso il quartiere di edilizia economico popolare della Barca, nei pressi del fiume Reno, che possiede al suo interno il singolare edificio porticato noto come “Il treno”, il quale, con la sua estensione di quasi 600 metri, reinterpreta su larga scala e ricorrendo a tecniche e materiali novecenteschi, le matrici popolari del portico medievale delle origini.  


Treno porticato del quartiere Barca ©Lorenzo Burlando

Portici via Santo Stefano ©Marco Augusto Ghilardi

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