Museo Ottocento Bologna: l’arte bolognese tra Ottocento e Novecento
Aggiornato il 07 novembre 2025 Da Bologna Welcome
Il Museo Ottocento Bologna è oggi uno dei luoghi più
significativi per comprendere l’identità culturale della città. Situato nel
cuore storico, il museo custodisce, studia e valorizza il patrimonio artistico
bolognese tra Ottocento e primo Novecento, raccontando un periodo fondamentale
di trasformazioni estetiche, sociali e civili.
Il Museo Ottocento Bologna nasce per restituire centralità
alla produzione artistica emiliana tra il XIX e l’inizio del XX secolo, un
periodo decisivo ma a lungo sottorappresentato nei principali itinerari
museali.
La collezione permanente, costituita da circa 85 opere,
documenta l’evoluzione dei linguaggi pittorici locali nel dialogo tra
tradizione accademica, naturalismo, simbolismo e primi segnali di modernità.
Il progetto museale si fonda su tre pilastri:
È un museo che non solo conserva, ma interpreta, rilegge e rende nuovamente visibile un patrimonio che appartiene alla città e alla sua storia culturale.

Fabio Fabbi, I sette vizi capitali, s.d. ©Museo Ottocento Bologna
Il percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso
cinque sezioni tematiche, che mostrano come la pittura bolognese si sia evoluta
tra accademia, osservazione dal vero e ricerca interiore.
Un racconto chiaro e progressivo, adatto sia a chi si avvicina per la prima volta all’arte, sia a chi desidera approfondire percorsi critico-storici già noti.

Luigi Bazzani, Il Foro a Pompei, s.d. ©MuseoOttocentoBologna
La mostra Ineffabile Lea restituisce luce e
voce a Lea Colliva (1901–1975), figura colta, intensa e originale della
pittura bolognese del primo Novecento, nel cinquantenario della sua scomparsa.
Protagonista appassionata e indipendente, Colliva attraversa linguaggi e
stagioni artistiche con una forza interiore che la critica dell’epoca non seppe
riconoscere pienamente.
Il progetto, curato da Francesca Sinigaglia e Beatrice Buscaroli, nasce in collaborazione con la Fondazione Bertocchi-Colliva di Monzuno e con il patrocinio del Comune di Bologna e del Comune di Monzuno.
La mostra presenta un percorso articolato in sei sezioni, dalle prime prove giovanili legate al naturalismo di Flavio Bertelli, fino alla straordinaria stagione degli anni Sessanta e Settanta, che l’artista definì “Movimento del ’66”, segnata da sperimentazioni cromatiche e visioni cosmiche.
Tra le opere in evidenza:
Ineffabile Lea non è solo una mostra: è un atto di restituzione culturale, un invito a riconoscere e valorizzare una protagonista della storia artistica bolognese e italiana.


