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La geologia a Bologna

Aggiornato il 04 marzo 2020 Da Comune di Bologna

Gli appassionati di geologia troveranno terreno fertile visitando Bologna, basterà seguire l’itinerario pensato appositamente per loro.

La prima tappa è Sala Borsa. Qui dagli scavi archeologici, realizzati tra il 1989 e il 1990, e dai rilievi geologici è emerso che il sottosuolo di Bologna è caratterizzato da argille e limi nel centro storico, da ghiaie e sabbie depositate dal Fiume Reno e dal torrente Savena nella periferia.




L’argilla, sotto forma di laterizio e cotto, è il materiale che maggiormente è diffuso nei palazzi e monumenti cittadini. Alcuni esempi sono in Piazza Maggiore: Palazzo Comunale, sulla cui facciata erge imponente la scultura in argilla della Vergine con Bambino di Niccolò dell’Arca; Palazzo del Podestà con il bugnato di tremila rosette dell’architetto Fioravante Fioravanti e, infine, Palazzo Re Enzo interamente in mattoni. Al primo piano di Palazzo d’Accursio nella Sala d'Ercole, c’è l’affresco “La Madonna del Terremoto”, dipinta da Francesco Francia come ex voto per il terremoto del 1505 che colpì Bologna e i suoi dintorni. La sismicità dell’Emilia-Romagna è legata all’evoluzione dell’Appennino, una catena montuosa giovane che ha iniziato a formarsi circa 55-60 milioni di anni fa ed è tuttora in lento ma progressivo sollevamento.




Appena usciti si suggerisce la visita alla collezione di stele funerarie in arenaria nella sezione etrusca felsinea e romana del Museo Civico Archeologico.

Prima di salire sulla Torre degli Asinelli, vale la pena dare un’occhiata alla Torre Garisenda, rivestita di selenite, una roccia costituita da gesso nata dall’evaporazione dell’acqua marina, con cristalli geminati a coda di rondine dalla lucentezza lattiginosa che richiama il riflesso della Luna (selene in greco).

Nell’abbazia di Santo Stefano, si possono ammirare vari frammenti di porfido verde e rosso egiziano inseriti nel cotto della facciata di una delle chiese che compone il complesso, dei Santi Vitale e Agricola, rifatta alla fine dell’Ottocento. Essendo un antico complesso rimaneggiato più volte nel corso della sua storia, si possono osservare vari materiali tra cui arenaria, cotto e selenite ma anche altri provenienti dalla demolizione di antichi monumenti. Attraversando Corte isolani, si giunge in Strada Maggiore dove si possono ammirare da un lato i due atlanti in arenaria sulla facciata del Palazzo dei Bargellini, e dall’altro il porticato rinascimentale della Chiesa di Santa Maria dei Servi in Calcare d’Istria. Quest’ultimo è stato di uso comune in città in epoca romana e giungeva a Bologna per via fluviale da Trieste, Venezia e Ravenna.




Passando per Piazza Aldrovandi, padre della geologia moderna, si arriva in via San Vitale dove è possibile scorgere una seconda cerchia di mura di Bologna. Si tratta del Serraglio di San Vitale della “Cerchia dei Torresotti” che risale all’ultimo trentennio del XII secolo in cotto e blocchi di selenite.

In via Zamboni sorgono due importanti musei ottocenteschi nati nel periodo più florido per la geologia a Bologna: il Museo Geologico “G. Capellini” e il Museo di Mineralogia e Petrografia “Luigi Bombicci”.

L'ultima tappa di questo percorso a pochi passi dal centro è il Museo Giardino Geologico “Sandra Forni” dove è possibile viaggiare nel tempo della geologia grazie a 14 rocce che raccontano la storia geologica dell’Emilia Romagna!


  Scarica la brochure informativa sulla geologia a Bologna




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