Bologna delle acque
Aggiornato il 07 ottobre 2024 Da Bologna Welcome
Fin dal Medioevo l’acqua è stata per Bologna un'indispensabile fonte di ricchezza e sviluppo economico. Nel XII sec, infatti, Bologna era la quinta città europea per popolazione e il maggior centro tessile d’Italia, grazie soprattutto ai canali sfruttati in particolare per i mulini da seta, ricostruiti al Museo del Patrimonio Industriale. Oggi, tuttavia, la stragrande maggioranza dei canali è stata interrata, e del fitto sistema idrico del passato rimangono tracce quasi solo nella toponomastica.
Ciò nonostante è possibile rendersi conto di quanto l’acqua fosse un elemento diffuso in tutta la città seguendo l'itinerario che tocca i luoghi più significativi del "sistema acque cittadino".
Partendo dalla Fontana del Nettuno si percorrono le strade del centro storico fino a via delle Moline, zona dei canali dell’antica città. All’incrocio con via Capo di Lucca si può sentire il suono del salto del Canale delle Moline, la cui energia veniva utilizzata per muovere le macine da grano. Spostandosi poi in Via Piella, si ammirare la finestrella sul Canale delle Moline e il ponte sul canale, entrambi con affaccio panoramico sul corso d'acqua attivo.
Quest'angolo di città è noto come "la piccola Venezia" per la somiglianza alla famosa città sulla laguna. L'invito qui è fermarsi ad aprire la finestrella nel muro, ammirare l'incredibile scorcio e perdersi nello scroscio dell'acqua che scorre sotto le tipiche case di Bologna.
Dirigendosi verso ovest, invece, si giunge al Parco del Cavaticcio, percorso dall'omonimo canale che alimentava quello del Navile. Le acque in quest'area, che derivano dal canale di Reno, facevano un salto di ben 15 metri, producendo energia in abbondanza che si distribuiva nei numerosi opifici esistenti in questa zona fin dal XII secolo.
Si giunge poi a via Riva di Reno, nella quale, come suggerisce il nome, un tempo scorreva il canale di Reno (interrato negli anni '50 e ora scoperto nell'ambito dei lavori pubblici per il tram di Bologna) e via della Grada fino alla sede dei Consorzi dei Canali di Reno e Savena in Bologna.
Un esempio di opificio visitabile oggi è l'Opificio delle Acque (detto della Grada), che per secoli ha consentito di governare il flusso dell’acqua per distribuirla alle diverse attività produttive, industriali, artigianali ed agricole, e ha preservato la città dagli allagamenti cui era inevitabilmente soggetta.
Il tragitto tra le acque di Bologna prosegue fuori dalle mura del centro storico cittadino, attraverso due itinerari. Il primo, percorrendo la pista ciclabile di via Sabotino, giunge fino alla Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione e utilizzata in maniera continua ed ininterrotta, e riconosciuta dall’UNESCO come “Patrimonio Messaggero di una Cultura di Pace a Favore dei Giovani”.
Il secondo invece si dirama oltre la stazione centrale di Bologna: dal parco di Villa Angeletti, si può seguire il corso del canale Navile che sin dal Medioevo costituiva la principale via navigabile di collegamento tra Bologna e il fiume Po.
Il canale Navile, costeggiato dall'omonima ciclovia, rimase in uso fino al secondo dopoguerra e lungo le sue rive si attestarono gli insediamenti produttivi che sfruttavano l’energia data dall'acqua con le ruote a pala, come le fornaci, i mulini e le piccole centrali elettriche. Il percorso passa dal Sostegno del Battiferro, Torreggiani, Landi, Grassi e di Corticella per arrivare al Ponte di Corticella.
Consulta la mappa e la rete dei canali attivi sul sito di Canali di Bologna
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