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Bologna magica

Aggiornato il 03 marzo 2020 Da Comune di Bologna

Il percorso è adatto a chi vuole scoprire la città partendo dai suoi punti più inediti, incuriosendosi sulle storie segrete di alchimisti, astrologi ed eretici.


Il viaggio nei segreti della città parte dalla Basilica di San Petronio le cui geometrie ricamano una simbologia cara ai Maestri Muratori. La costruzione della facciata fu ispirata all’astrologia poiché le armonie architettoniche si delimitano all’interno di un cerchio che contiene: un triangolo equilatero, simbolo di elevazione; un quadrato, emblema di costruzione stabile; un esagono, a descrivere l’uomo e il compimento. All’esterno del cerchio sono identificabili dodici punti immaginari, che determinano le altezze e i volumi della chiesa, a simboleggiare il ciclo zodiacale. Quest’ultimo è calpestabile all’interno della chiesa sulla meridiana più lunga del mondo!





La fontana del Nettuno è la più rappresentativa della città ed è un evidente collegamento al Concilio Tridentino (1545-1563); essa è dedicata al dio pagano Nettuno il cui tridente schiaccia l'eresia. Di fronte alla fontana, si erge il palazzo in cui Re Enzo, figlio di Federico II, fu imprigionato: qui il sapiente mago Michele Scoto (1175 ca. - 1232/36) raccolse la sua magia nei sontuosi banchetti che la leggenda racconta. 

In piazza Galvani c’è la prima statua che Bologna dedicò ad un suo cittadino, Luigi Galvani (1737-1798), i cui studi guidarono la mano di Mary Shelley (1797-1851) nel suo capolavoro “Frankenstein”. In questa piazza sorge l’Archiginnasio, prima sede ufficiale dell’Alma Mater Studiorum. Le sue pietre creano un calendario soli-lunare, mentre al suo interno per secoli si produsse la magica “teriaca”, la panacea di tutti i malanni. Un famoso detto bolognese «Tra la Vita e la Morte solo un passo…» conduce di fronte al santuario di Santa Maria della Vita nella vicina via Clavature, situata sul tracciato che i condannati dovevano percorrere prima di giungere al rogo.

La chiesa di San Procolo vide sorgere la sede della Muratoria e la prima Charta dei diritti e doveri delle maestranze nel 1248. Di fronte, sotto il portico dei Bastardini, appare un emblema inquietante: la Diavolessa bolognese, forse a ricordare la storia della strega Caterina vissuta nel XV secolo in questo quartiere.

La Basilica di San Domenico fu sede del Tribunale della Santa Inquisizione. Qui si intrecciarono le storie dell’eretica perversione: dai Catari ai Dolciniani, senza dimenticare la storia di uno degli Ordini religiosi più impenetrabili del Medioevo: i Templari. 




Il complesso stefaniano si erge al centro di una piazza che nelle sculture dei suoi capitelli rappresenta un sapere mutuato da simboli arcani. Tra realtà e leggenda, si legge l'ombra lunare dei simboli ermetici e alchemici che arricchiscono le sue mura. Fu definita la Santa Gerusalemme Occidentale poiché la chiesa del Santo Sepolcro riproduce in scala le esatte misure del Santo Luogo gerosolimitano. 

Leggende e storie sulle Due Torri introducono in un fascinoso e magico percorso alla scoperta dei Templari che avevano la loro sede in Strada Maggiore. Questa via inizia ai piedi della torre principale, l’Asinelli. La leggenda racconta che fu costruita in una sola notte dal diavolo in persona. Le torri sono l’albero maestro di un cerchio di mura che segna ancora oggi il ritmo del tempo e dello Zodiaco. Già dal XVII secolo si descrivevano infatti le dodici porte aperte sulla terza cinta muraria di Bologna come l’espressione dei dodici segni dello Zodiaco.

Ai piedi della torre più piccola, la Garisenda, si aprono gli antichi cancelli di quello che fu il ghetto ebraico bolognese, come ricorda la via dei Giudei. Qui ebbero sede gli studi più misteriosi della città, inerenti all’alchimia e alla cabala. Parlando di alchimia si ricordi Vincenzo Casciarolo (1571-1624) che, nel tentativo di trovare la pietra filosofale, creò invece la pietra fosforica, ancora oggi, ricordata come la pietra di Bologna o pietra luciferina. Ne trattò le magiche virtù anche Goethe. Imboccando via Goito si incontra la traccia di Achille Bocchi (1488-1562) un erudito bolognese in odore di eresia che raccolse le sue idee nell’antica accademia a Palazzo Bocchi. Era chiamata Hermatena, la fusione di Ermes e Athena, ed ebbe lo scopo di ospitare le grandi menti di un’epoca che riscoprì l’epopea ermetica dall’antico Egitto.

Un altro avvenimento misterioso riguarda l’origine dei tarocchi e, per questo, occorre andare in via Galliera, presso Palazzo Felicini, dove abitò la famiglia Fibbia Castracani, un membro della quale diede vita ai Tarocchi e alla loro storia. Parlando di carte, non si può fare a meno di ricordare che in Piazza Maggiore si svolse il ‘rogo del diavolo’ nel 1423, un’operazione mirata a sconfiggere il vizio del gioco. Oggi l’arte contemporanea celebra queste arcane carte nel Museo Internazionale dei Tarocchi, a Riola di Vergato, in provincia di Bologna.




Al civico 3 di via IV Novembre, troviamo la casa natale di Guglielmo Marconi (1874-1937), che oltre agli studi ben conosciuti, lambì il tema dello spiritismo. In quel periodo a Bologna, molti centri culturali si occuparono di questa materia, raccogliendo un patrimonio bibliografico relativo ad argomenti sulla fenomenologia paranormale. Sempre in via IV novembre, su una lapide posta sul lato della chiesa del Santissimo Salvatore, si ricorda la prima Cattedra di Astrologia all’interno della facoltà di Medicina, nel Medioevo. In quel periodo un medico doveva essere anche un bravo astrologo! In fondo a via IV Novembre ecco il Torresotto Portanova che fu la dimora della strega più potente di Bologna: Gentile Cimieri (XV secolo), conosciuta come la ‘strega enormissima’.

Attraversando piazza Malpighi si ammirano i simboli ermetici delle tombe dedicate ai Glossatori, in quello che fu l’antico cimitero di San Francesco. La basilica gotica racconta storie di alchimia dentro ai conventi e anche il mistero dell’esame svolto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1770 a Bologna per essere ammesso alla prestigiosa Accademia Filarmonica e del suo incontro con Giovanni Battista Martini.

(www.bolognamagica.com)


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