Bologna
Porta Maggiore potrebbe essere denominata la “Porta d’onore” della città. Infatti non solo presidia la continuazione della via Emilia oltre il suo tratto urbano verso la Romagna, ma sotto la sua volta sono transitati sovrani, papi, condottieri. Edificata nella seconda metà del Duecento e subito munita di un cassero, fu ristrutturata più volte nel corso del Tre e Quattrocento. Ancora più incisivo fu l’intervento voluto da Giulio II, che all’inizio del Cinquecento vi fece costruire una rocchetta che inglobò il vecchio cassero e fece spostare verso nord il nuovo varco. Di conseguenza per rimettere in asse gli sbocchi delle strade che vi confluivano fu necessario praticare una nuova apertura nelle mura. Nei decenni successivi si procedette al riallineamento complessivo e alla costruzione di un nuovo lungo ponte che scavalcava il fossato. Dai primi decenni del XVII secolo dal suo lato esterno si dipartì il portico che conduceva a Santa Maria degli Alemanni. Nel 1770 si procedette alla riedificazione della porta su progetto dell’architetto Gian Giacomo Dotti. Nel 1903 si decretò la distruzione della porta, ma a demolizione iniziata e dopo un lungo e vivace dibattito nel 1909 prevalse l’opinione di chi volle conservare e restaurare i ruderi rimasti che erano parte della più antica costruzione; i relativi lavori furono affidati al Comitato per Bologna storico artistica sotto la direzione di Alfonso Rubbiani. Fonte: "Restauro delle porte di Bologna 2007-2009"
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Porta Maggiore
Piazza di Porta Maggiore - 40125
Interessi
- Arte e Cultura