Dolci natalizi della tradizione bolognese
Aggiornato il 23 dicembre 2020 Da Bologna Welcome
La cucina bolognese è
ormai famosa in tutto il mondo per la pasta fresca tradizionale come tortellini, tortelloni, tagliatelle, lasagne, i suoi prelibati salumi,
di cui la Mortadella Bologna è il fiore all’occhiello, e poi il ragù.
Ma hai mai sentito parlare dei dolci della tradizione bolognese?
Probabilmente no perché sono meno noti ma non per questo meno buoni.I bolognesi sono dei bongustai, si sa, d’altronde come
potrebbero non esserlo dinanzi a leccornie di ogni genere? La città è
detta La Grassa non a caso.
Ma i bolognesi sono anche molto affezionati alle tradizioni, specialmente
quelle di Natale.
Quale miglior dolce può quindi
soddisfare queste indoli? La risposta è il Certosino, il dessert natalizio per antonomasia, un trionfo di
sapori dato dall’unione di mandorle, frutta candita, pinoli, cioccolato
fondente, miele, mostarda e altri aromi speziati; è infatti anche conosciuto
come Panspeziale.
Il nome nasce nel Medioevo, quando il dolce era prodotto dai farmacisti (o “speziali”). Successivamente la produzione del dessert passò in mano ai monaci certosini, che lo preparavano così bene che il dolce cambiò nome in loro onore.
Originariamente la pinza era
un dolce di Natale difficile da trovare in altre
stagioni, un po’ come accade con il panettone. Successivamente è
stato destagionalizzato e oggi si trova tutto l’anno in qualsiasi
fornaio di Bologna (per nostra fortuna!).
La pinza si
presenta come un pane schiacciato ricoperto di zuccherini croccanti. L’impasto
viene steso a rettangolo, ricoperto con un generoso strato di mostarda (quella
bolognese è una marmellata scura a base di mele, pere cotogne e arance) e poi
avvolto su se stesso.
Il nome deriverebbe proprio da qui, perché chiudendo il dolce in questo modo
l'impasto stringe il ripieno come fosse una pinza.
Ideale anche per colazione o merenda!
A proposito di colazione, se
voleste proprio non privarvi di nulla, potete accompagnare la pinza con
le raviole. Le
raviole sono un dolce dalla caratteristica forma a mezzaluna composto da pasta
frolla ripiena di mostarda bolognese.
L’impasto si prepara con farina, zucchero, burro e
uova, su cui poi viene steso un cucchiaio colmo di mostarda bolognese. Una
volta ripiegate a mezzaluna, le raviole devono essere riposte in forno,
spennellate con l’alchermes e ricoperte di zucchero semolato.
Pare che la ricetta derivi dalla tradizione contadina: nel giorno di San Giuseppe (il 19 marzo), infatti, le raviole venivano appese alle siepi a mo’ di ornamento per sancire l’inizio della primavera e la ripresa del lavoro nei campi.
Ultimo ma non ultimo, la torta di riso, forse il più celebre fra i dessert
bolognesi.
Il dolce veniva tradizionalmente
preparato durante la “Festa degli Addobbi”,
festa istituita nel XV° secolo durante la quale si usava esporre alle finestre
dei drappi colorati.
In quella giornata le case dei parrocchiani erano aperte alle visite di vicini
e conoscenti e agli ospiti si offriva proprio la torta di riso, al
tempo nota infatti come Torta degli Addobbi, che veniva servita tagliata in
piccoli rombi, ciascuno sormontato da uno stuzzicadenti.
Il sapore della torta di riso è deciso, reso inconfondibile dalle mandorle, cedro candito e liquore di mandorle amare che vanno a insaporire il latte e il riso.