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Il territorio in pillole: Lizzano in Belvedere

Aggiornato il 08 novembre 2021 Da eXtraBO Outdoor Infopoint

Il comune di Lizzano in Belvedere offre tantissimi spunti per passeggiate, trekking e visite a carattere culturale, tra panorami di crinale e antichi borghi

Il capoluogo è Lizzano, piccolo paese che sorge all’ombra del Monte Pizzo, simbolicamente rappresentato dalla caratteristica Pieve di San Mamante (sormontata da una cupola) e dal piccolo “Delùbro”, piccolo edificio a pianta circolare tra i più antichi della provincia di Bologna. Imperdibile una passeggiata tra i piccoli “rioni” del paese, dai caratteristici nomi, tra cui citiamo il “Fondaccio”, “Borgo Piatto” e “Biana”. 

Il secondo centro più grande del comune è Vidiciatico, nome che, secondo la leggenda, deriva dal bandito “Ciatico”, che evidentemente venne avvistato da qualcuno, da cui “Vidi-Ciatico”. Di particolare interesse sono la chiesa in sasso di San Rocco (in realtà dedicata alla Madonna di Loreto) e il “quartiere” Ca’ Gherardi, l’antico nucleo del paese, costruito intorno a una suggestiva piazzetta con al centro una piccola fontana. Da Vidiciatico è possibile partire per facili escursioni alla scoperta dei boschi circostanti (il Monte Pizzo è perfetto per una passeggiata tranquilla o per un giro in mountain bike, mentre per gli amanti dello sport sono percorribile piste per freeride e downhill, oppure è possibile prenotare adrenaliniche esperienze in parapendio), oppure rilassarsi al sole nella grande piscina estiva. 

Proseguendo in direzione Corno alle Scale si raggiunge il meraviglioso santuario di Madonna dell’Acero, edificato nel ‘500, nel luogo dove si dice sia apparsa la Madonna sui rami appunto di un acero. L’antico albero cresce ancora vicino all’edificio sacro. Da qui, grazie a un sentiero immerso nella faggeta, è possibile raggiungere le maestose Cascate del torrente Dardagna: i primi tre salti (quasi 10 metri d’altezza) forniscono uno spettacolo indimenticabile. Superata la chiesa in poco tempo si raggiunge il Corno alle Scale, con i suoi 1945msl, è la vetta più alta dell'Appennino Bolognese, il luogo perfetto dove rinfrescarsi con un'escursione estiva o godersi i panorami innevati in inverno. Con gli scarponi ai piedi è possibile raggiungere luoghi magici come la Valle del Silenzio, il Lago Scaffaiolo, il Laghetto del Cavone e la cima del Corno, su cui svetta la caratteristica croce. 


Un’altra cima che merita la salita è il Monte Belvedere, luogo ricco di Storia e di leggende locali. Si dice infatti che vicino ai resti del castello medioevale che sorge sulla sua cima sia sepolta Oliva, una donna coinvolta in un losco affare tra due ladri e il Diavolo in persona... In tempi più recenti invece il Belvedere è stato teatro di una famosa battaglia della 10th Mountain Division durante la II Guerra Mondiale.

Proseguiamo il viaggio nel comune di Lizzano in Belvedere con qualche visita tra piccoli borghi: Poggiolforato, Pianaccio, Monteacuto delle Alpi e Rocca Corneta

Poggiolforato si trova all’ombra dei Monti della Riva, e custodisce il pregevole Museo etnografico della Cultura Montanara e la "casa museo Le Catinelle", dove i visitatori possono vedere realmente come erano organizzate le abitazioni contadine del secolo scorso. Piacevole anche la passeggiata all'"Acqua Puzzola", una sorgente solforosa da cui sgorga acqua solforosa dall'odore caratteristico, ma con proprietà benefiche. 

Monteacuto delle Alpi è un grazioso borgo medievale, con una vista mozzafiato sulle alture dell'Appennino Tosco Emiliano. Il paese ha conservato l'assetto antico, tra piccole viuzze lastricate, archi e scalinate: davvero imperdibile la piazza in discesa, circondata da verdi versanti delle montagne. Molto rilassante anche la passeggiata verso la chiesa di Madonna del Faggio, raggiungibile grazie a un'antica strada lastricata che portava anche al mulino della Squaglia. A pochi minuti troviamo invece Pianaccio, il paese natio del giornalista Enzo Biagi, incastonato in una piccola gola. Qui è stato istituito il Centro Documentale Enzo Biagi, una mostra permanente dedicata allo scrittore. Partendo da qui è possibile raggiungere il rifugio di Segavecchia, per immergersi ancor di più nei boschi circostanti.


Spostandoci invece verso il confine con la provincia di Modena arriviamo a Rocca Corneta, il cui elemento più caratteristico è la "Rocca", un'antica torre campanaria che svetta su un cucuzzolo all'inizio del paese, da cui si gode di un bellissimo panorama sui circostanti monti della Riva. Rocca è anche sede di numerose aziende agricole che valorizzano i prodotti del territorio.

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