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Passeggiata nella Certosa di Bologna, il cimitero storico monumentale

Aggiornato il 05 marzo 2020 Da Comune di Bologna

Il Cimitero Storico Monumentale della Certosa, uno dei più antichi d’Europa, fu fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del monastero certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso da Napoleone nel 1796. Ma la sua storia, lunga e stratificata, va ben oltre il XIV secolo allungandosi fino all’epoca etrusca. Da necropoli etrusca a monastero certosino, fino a cimitero moderno: passeggiare per le vie della Certosa equivale quindi a fare un viaggio indietro nel tempo nella storia e vicende di Bologna. Sei pronto a viaggiare con noi? 




Partiamo dai chiostri e dagli ambienti coperti, che costituiscono il nucleo ottocentesco della Certosa e illustrano lo svolgersi dell'arte e della storia italiana dal gusto Neoclassico al Verismo di fine secolo. Uniche in Europa sono le tombe in stucco dipinto del Chiostro III, dove si può ammirare anche la “Desolazione” di Vincenzo Vela. Molti capolavori scultorei di Giacomo De Maria, Giovanni Putti e Cincinnato Baruzzi ornano questi ambienti, in cui si trova anche il grandioso marmo rappresentante il Re di Napoli Gioacchino Murat, e l'altrettanto maestoso gruppo di Lorenzo Bartolini ritraente Elisa Bonaparte. Carlo Monari, Salvino Salvini, Enrico Barberi e Diego Sarti propongono nei loro marmi collocati nella Galleria degli Angeli e nel Chiostro VII opere di stile verista, poi influenzato della cultura decadentista di fine '800. Le architetture sono realizzate grazie all'intervento di diversi architetti bolognesi e italiani, consentendo di poter camminare sempre al coperto, proprio come nel centro storico cittadino.




Al termine del XIX secolo la Certosa è investita da un forte mutamento nella sua impostazione architettonica e urbanistica: i chiostri e le sale attorno al Chiostro VI assumono un aspetto di maggior ricchezza e lusso rispetto all’area più antica. Passeggiando è possibile ammirare il mutare del gusto dal Verismo al Liberty, fino al rinnovato fervore classicista degli anni del Ventennio. Le Celle Albertoni di Giuseppe Romagnoli e Magnani di Pasquale Rizzoli sono tra i migliori esempi del Liberty italiano. Le cappelle Gancia, Cillario e Talon sono invece emblematiche del gusto storicista e di recupero delle tecniche artigianali del medioevo e del rinascimento italiano. Le opere di Alfonso Borghesani, invece, sono un catalogo di ricchezza materica spesso influenzato dal gusto Deco.




Spostiamoci ora nell’area nord-ovest del cimitero che il Comune ha destinato alla sepoltura di persone appartenenti a diversi credi religiosi o funerari. Sul viale di accesso si affaccia il piccolo Chiostro degli Evangelici, in cui vi riposano persone appartenenti alla Chiesa Anglicana e Protestante; mentre poco più avanti si trova l'edificio della prima Ara Crematoria, posta di fianco alla Sala e al Chiostro del Cinerario. Dal 1869 tre campi sono stati riservati agli ebrei e costituiscono l'unica testimonianza visibile a Bologna della piccola ma importante comunità giudaica locale.



 

La nostra ultima tappa ci porta ad ammirare i monumenti che commemorano eventi della storia locale e nazionale e a cui nella Certosa da tempo è riservato un ampio spazio. Già al 1828 risale, infatti, il Pantheon dei bolognesi illustri, ora spazio adibito a Sala del Commiato o per altre funzioni religiose. Spettacolare è il leone ruggente di Carlo Monari per il Monumento ai Martiri dell'Indipendenza che chiude scenograficamente la Sala delle Tombe. Di diverso impatto visivo sono i grandiosi Monumenti ai Martiri del Fascismo e della Grande Guerra del Chiostro VI, creati con una chiara volontà di propaganda politica. Infine, al centro del Campo degli Ospedali si trova uno dei migliori esempi del Razionalismo architettonico di metà '900: il Monumento Ossario dei Caduti Partigiani, progettato dal milanese Piero Bottoni.


Fonte: Storia e Memoria di Bologna LA CERTOSA

  Scarica la brochure informativa sul cimitero della Certosa




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