All’ombra dei portici - 6° tratto: San Luca
Aggiornato il 28 novembre 2024 Da Bologna Welcome
Il portico di San Luca e l’Arco del Meloncello sono parte di un percorso che si snoda tra storia, fede e vita quotidiana. Un luogo dove ogni passo e ogni arcata raccontano una tradizione che vive ancora oggi sospesa tra la città e i colli.
Famoso per essere il portico più lungo del mondo, con le sue 666 arcate ininterrotte, il portico di San Luca fu costruito tra il 1674 e il 1739. Si estende per circa 4 chilometri e partendo da Porta Saragozza collega il centro di Bologna alla cima del colle della Guardia, noto anche tra i bolognesi come colle di San Luca. La sua funzione originaria era quella di offrire ai pellegrini un percorso riparato dalle intemperie per raggiungere il Santuario di San Luca, che sorge a 300 metri di altezza e che è visibile da buona parte della città.
A metà esatta del percorso, si erge l’Arco del Meloncello, progettato nel 1721 dall’architetto Carlo Francesco Dotti. Con le sue curve eleganti, l’arco sostiene il portico che si eleva verso i colli, creando un punto di passaggio scenografico. Infatti, è da qui che il portico abbandona la pianura di via Saragozza e inizia la sua dolce salita tra le colline.
Proseguendo la salita del portico si giunge infine al Santuario. Secondo la leggenda, le 666 arcate da cui è composto rappresenterebbero il “serpente” del male che viene sconfitto e “schiacciato” dalla Madonna, simboleggiata dalla chiesa.
Ogni giorno, camminatori, podisti e ciclisti salgono su per questo portico alla ricerca di un luogo silenzioso per riflettere o allenarsi. Nel fine settimana, il portico si anima di famiglie e persone di ogni età che lo attraversano per godersi una passeggiata verso il Santuario o i colli. Con i loro giochi di luce e ombra, e la calda tonalità ocra tipica dell’architettura bolognese, il portico di San Luca e l’Arco del Meloncello sono oggi tra i luoghi più amati di Bologna.
“All’ombra dei portici” è la rubrica che esplora i dodici tratti dei portici di Bologna, riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2021. Una rubrica che, oltre a offrire approfondimenti su storia e architettura, racconta anche la quotidianità di chi sotto quei portici ogni giorno lavora, transita, vive.