Bologna
La Manifattura delle Arti - situata nel cuore di Bologna - si estende su un'area di circa 100mila metri quadrati. L'area è stata dal Rinascimento fino all'Ottocento la zona portuale della città e, assieme al suo hinterland protoindustriale (Canale di Reno, Navile, Moline, Aposa), l'epicentro mercantile e manifatturiero dell'economia bolognese almeno fino a tutto il XVII secolo. L’area, originariamente progettata nel 1883 dagli architetti Priori e Buriani, dopo gli sventramenti dei piani regolatori del 1889 e del 1937 e le demolizioni conseguenti a bombardamenti dell'ultima guerra è stata ristrutturata dal 1996 al 2003 con impegno congiunto del Comune e dell'Ateneo di Bologna, su progetto dell'architetto Aldo Rossi. L'area è così ripartita: Manifattura Tabacchi (sede della Cineteca di Bologna) il Castellaccio (recuperato per fini residenziali), la vecchia cartiera Mulino Tamburi (sede del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università); scendendo verso Porta Lame, su via Azzo Gardino, si colloca l'area dell'ex Macello. L'insieme include la già restaurata struttura espositiva della Salara, il bastione di Porta Lame, un plesso integrato per asilo nido e scuola d'infanzia e la Galleria d'Arte Moderna nell'ex Forno del Pane, i Laboratori di Musica e Spettacolo dell'Università (Laboratori delle Arti), oltre al parco del Cavaticcio. Il parco è una sottile striscia di verde molto suggestiva che occupa per qualche centinaio di metri il luogo dove un tempo si trovava il vecchio porto di Bologna. La denominazione è legata al canale Cavaticcio, derivato da quello del Reno, che qui faceva un salto di ben 15 metri, sfruttato come fonte di energia dai numerosi opifici (fabbriche e mulini) esistenti in questa zona fin dal XII secolo.
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Manifattura delle Arti
Via Azzo Gardino, 65
Interessi
- Arte e Cultura