Filippo de Pisis
in dialogo con Richard Aldrich, Michael Berryhill, Luca Bertolo, Paul Housley, Merlin James, Mairead O’hEocha, Maaike Schoorel. Di semplicità e di brivido consiste in un dialogo, suggerito in modo non dogmatico e non filologico, tra circa venticinque opere di uno dei pittori più importanti del Novecento italiano, Filippo de Pisis (Ferrara, 1896 – Milano, 1956), e i lavori di sette pittori internazionali – Richard Aldrich (Hampton, 1975), Michael Berryhill (El Paso, 1972), Luca Bertolo (Milano, 1968), Paul Housley (Stalybridge, 1964), Merlin James (Cardiff, 1960), Mairead O’hEocha (Dublino, 1962), Maaike Schoorel (Santpoort, 1973) – invitati a fare da contrappunto ai dipinti di de Pisis e a stabilire un confronto in grado di evidenziare alcuni aspetti di profonda attualità nel suo lavoro meno illuminato e conosciuto, quello appartenente al periodo che va dagli anni Quaranta alla sua scomparsa nel 1956.
I lavori di de Pisis vengono presentati lungo due fili conduttori. Da una parte i disegni e i lavori su carta che per la maggior parte hanno per soggetto la figura, corpi di giovani desiderati e amati dall'artista, registrati con immediatezza e con contorni flebili, che paiono estinguersi nel supporto (“gambe, braccia, piedi, mani, bocche, occhi, palpito” scrive lo stesso de Pisis in una delle sue tante poesie). Dall'altra una serie di dipinti, tutti realizzati nella fase finale del suo percorso, dal rientro in Italia da Parigi al ricovero a Villa Fiorita.
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