La candidatura dei Portici UNESCO
Aggiornato il 20 marzo 2020 Da Bologna Welcome
Non esiste al mondo un'altra città che abbia la varietà e la lunghezza (62 chilometri) di portici che ha Bologna. Da San Luca a Piazza Cavour, da via Santa Caterina al Treno della Barca: è una rete architettonica e urbanistica che avvolge la nostra città e che rappresenta un unicum mondiale.
Abbiamo lavorato assiduamente perché i nostri portici fossero candidati a patrimonio mondiale UNESCO. Alla base di questa candidatura c’è stato un lavoro di ricerca molto approfondito, sia sul piano storico, urbanistico ma, soprattutto, sociale. Il portico a Bologna è infatti la casa di tutti, un luogo di incontro e un luogo che protegge, dal sole come dalla pioggia. È uno dei simboli della nostra città e il percorso per la candidatura rappresenta anche una importante scommessa civica perché questa sfida è un sentimento che accomuna tutta la città.
Il portico di via Santa Caterina si estende per circa 140 m da via Ca’ Selvatica fino a Via Saragozza. All’incrocio con via Cà Selvatica è presente una piccola edicola mariana che aveva il compito di sorvegliare la vita degli abitanti come voto per aver fermato l’epidemia di colera a metà '800.
Piazza Santo Stefano è dominata dalla Basilica omonima ed è circondata dai portici dei palazzi nobiliari che vi si affacciano, di origine medioevale rinascimentale. In alcuni portici si nota ancora il muretto di contenimento, come protezione per poter passeggiare senza il rischio di inciampare, sporcarsi o imbattersi in cavalli o carri.
Fino al tardo XIX secolo via Galliera ha rappresentato la strada d’accesso al centro città da nord e per questo motivo, la nobiltà d’epoca, riteneva fosse simbolo di prestigio e privilegio costruire qui la propria residenza. Di celebre importanza sono i portici di Palazzo Ghisilardi e di Palazzo Dal Monte.
Il Conservatorio del Baraccano affaccia su via Santo Stefano con un lungo portico, che si conclude in un alto voltone quattrocentesco, che costituisce una scenografia urbana assai singolare. I capitelli del portico sono ornati con cornucopie, foglie di acanto, animali e putti accompagnati dagli stemmi dei Bentivoglio risalenti alle origini della costruzione.
L'area compresa tra Piazza Galvani e Piazza Maggiore, insieme ai portici dei Banchi e Pavaglione è caratterizzata, fin dal medioevo, da uno straordinario sistema mercantile urbano che non ha perso la sua vocazione originale di cuore commerciale di Bologna, continuando a sviluppare anche un forte interesse culturale, istituzionale e di servizio per la città.
Il portico di San Luca si sviluppa lungo il versante orientale del Monte della Guardia, a sud-ovest di Bologna, e salda il rapporto santuario-città e campagna in un unicum che riassume i tratti salienti della civiltà e della cultura bolognese. Percorrendo il portico si aprono scenari prospettici verso la città e su tutto lo spazio circostante. Il percorso devozionale è scandito dai 15 "Misteri del Rosario".
L’aspetto che ha oggi via Zamboni è intimamente legato alla storia di Bologna, segnata dalla collaborazione tra il Comune e l’istituzione universitaria. Il portico di Palazzo Poggi si caratterizza per l’alternanza di colonne doriche e pilastri che sottolineano l’inizio e il termine del portico e inquadrano il portale centrale.
Il percorso porticato della Certosa si sviluppa a sud-ovest di Bologna e collega il cimitero monumentale con il centro della città, grazie al congiungimento col portico di San Luca. Il portico neoclassico costituisce un lungo percorso coperto, che evoca le antiche strade funerarie romane: era infatti previsto diventasse una vera e propria galleria tumularia.
Su Piazza Cavour si affacciano i portici di Palazzo Guidotti, di origine cinquecentesca, di Palazzo Silvani, che richiama l’architettura fiorentina, e della sede della Banca d'Italia, decorati da grifoni, centauri e ghirlande. Su via Farini, il portico della Cassa di Risparmio rappresenta invece un importante esempio di stile eclettico, dalle forme grandiose e magnifiche, atte a dimostrare la ricchezza e il ruolo sociale del primo istituto bancario della Bologna moderna.
Si tratta dell’antico tracciato della via Emilia, strada consolare romana, che in corrispondenza della città di Bononia devia il suo corso per attestarsi sul decumano massimo preesistente, oggi via Rizzoli - Ugo Bassi. Qui i portici sono espressione di epoche e stili diversi ma l’impressione è comunque quella di un continuum, di una compattezza che in realtà è solo percepita.
Il lungo edificio detto "Treno" nel quartiere Barca è un chiaro esempio di uso contemporaneo del portico e costituisce il centro del quartiere, dal punto di vista sia figurativo sia della vita collettiva. L'edificio è leggermente curvato e si estende per circa 600 metri.
Il portico del MAMbo manifesta come l’elemento porticato sia una costante che esula dalla funzione che l’architettura ricopre. L’edificio infatti passa dalla funzione produttiva, ex Forno del Pane, a quella culturale, conservando il portico quale elemento principale per lo scambio e la relazione tra città e società.
Virginio Merola, già Sindaco della Città Metropolitana e del Comune di Bologna da maggio 2011 a ottobre 2021.