Pedalando tra le Street Art
Aggiornato il 29 settembre 2023 Da Bologna Welcome
Ci accompagna in questa Promenade...
Andrea Gardenghi, guida turistica poliedrica con particolare inclinazione per il turismo sportivo e sostenibile.
Da dove nasce la Street Art a Bologna?
Bologna è senza alcun dubbio una delle capitali europee del writing e della street art. Storicamente all'avanguardia dagli anni ’80, anche grazie all'idea visionaria ed innovativa di Arte di Frontiera, la città propone sulla scena writer in grado di tracciare un linguaggio differente, affiancati ad artisti più votati alle pitture murali in un’ottica di riscatto e riappropriazione degli spazi delle periferie.
E allora, da dove iniziamo?
In una città sempre più fruibile su due ruote, partiamo in bici da Largo Caduti del Lavoro dove troviamo lavori di Lokiss & Rae Martini, proseguiamo verso Piazza Azzarita per ammirare la Poster Art di Levalet e poi fermarci in Via Calari 2A e 4A davanti ai topi di Ericailcane e le figure femminili di Bastardilla.
In una zona universitaria sempre in grande fermento, il naturalizzato italiano Luis Gutierrez è una presenza costante dal 1988 in Via Zamboni 38.
E’ interessante evidenziare come l’Aerosol Art, in maniera abbastanza singolare, si trasferisca a Palazzo Pepoli, all’interno del Museo della Storia di Bologna, in via Castiglione 8, con un’opera permanente dei bolognesi Dado e Rusty, visitabile anche senza il biglietto.E fuori porta? Con la bici si fa presto…
Appena fuori dal centro il percorso diventa sempre più ricco e stuzzicante. Partendo da Viale Masini, a lato dell’Autostazione in Piazza XX settembre 6, ci affianca l’opera di 108, e proseguendo verso un Ponte di Via Stalingrado ricco di murales, impossibile non fermarsi in Via Zago, famosa Hall of Fame bolognese.
A poca distanza, in Via del Lavoro riconosciamo lo stile dell’artista francese Honet, civico 18, con i suoi soliti colori esuberanti e uno vicino all’altro Etnik, civico 3, e Dado, civico 1. Successivamente proseguendo verso Piazza Spadolini 3, ci aspetta uno dei fiori all’occhiello in assoluto, ovvero l’opera di un pioniere indiscusso della scena internazionale, purtroppo recentemente scomparso, il newyorchese Phase 2. Torniamo in sella direzione Bolognina e precisamente in Via Angelo Michele Colonna. Qui ci imbattiamo nel capolavoro di Eron, considerato una delle punte di diamante della Street Art italiana per il suo tocco unico e autentico, che ha portato a diversi riconoscimenti e consensi internazionali. A pochi metri spiccano le scelte di colori e l’attenzione al dettaglio dell’olandese Does e in Via Fioravanti 10, sulle pareti della nuova sede del Comune di Bologna, il writer tedesco DAIM, conosciuto per il suo caratteristico stile 3D, con la sua opera “Corner to Corner”.
L’ultima tappa, ci porta verso il Quartiere Porto in Via Pier de Crescenzi 24 e 30, dove il sodalizio artistico della famosissima coppia Cuoghi Corsello si esprime ancora con figure apparentemente elementari, ma di grande impatto.
Proprio a fianco si può ammirare un’altra opera murale su larga scala di grande decorativismo a firma Hitnes e a poca distanza, in Via dello Scalo 32, un Andreco sempre attento alle problematiche ambientali del pianeta.
Tappa obbligatoria è l'Interporto di Bologna, a Bentivoglio (BO), dove di recente è stata presentata l'opera d'arte urbana più grande d'Italia a cura di Joys e commissionata da Prologis.
Si chiama “Panorama vibrante”, è stata realizzata sulla facciata di un edificio per la logistica e occupa 2.000 metri quadrati di superficie, pari a 5 campi da pallacanestro.
L'opera murale di Joys costituisce insieme ad altri tre grandi lavori realizzati dagli artisti Moneyless, Etnik e Zed1 il nucleo di quello che in futuro potrà diventare un vero e proprio Museo di Urban Art a cielo aperto fruibile 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.
E poi?
Uscendo dalla città e percorrendo la ciclovia verso Dozza, la cui Biennale del Muro Dipinto ha trasformato dagli anni ’60 il borgo in una vera e propria galleria a cielo aperto di pitture murali.
Degno di nota, anche l’incredibile lavoro di Rusty e Joys sull'enorme fungo cilindrico che ricorda un papavero, ovvero il serbatoio idrico di Sant’Agata Bolognese in via Circondaria Ovest 3A, alto più di 40 metri per una superficie di 800 metri quadrati, realizzato a conclusione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Nilla Pizzi, celebre artista della canzone italiana.
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