Bologna e Modena in terracotta
Aggiornato il 14 novembre 2022 Da Bologna Welcome
La terracotta è il materiale su cui si è molto dibattuto nel tempo e di grande uso tra i maestri plasticatori a Bologna e Modena. Dapprima sottostimata perché deperibile rispetto ad altri materiali e spesso in uso in ambito devozionale, pertanto molto legata alla cultura popolare, e poi rivalutata per la sua capacità di adattarsi alle espressioni umane più intense.
A Bologna è Il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell'Arca, nella Chiesa di Santa Maria della Vita, il gruppo scultoreo a grandezza naturale che paralizza lo sguardo. Definito l'urlo di pietra da Gabriele D'Annunzio descrivendo perfettamente l'intensità del dolore della perdita umana, opera del grande artista.
Altra interpretazione della stessa opera è a firma Alfonso Lombardi che, a differenze di Niccolò Dall'Arca, ridimensiona i toni angosciosi della scena rappresentando il dolore in modo più misurato. L'opera si trova nella Cattedrale di San Pietro ed è stata per anni soggetta a studi sulla sua reale attribuzione a causa della diversa interpretazione del Lombardi data al celebre gruppo scultoreo Transito della Vergine, ospitato e aperto al pubblico nell'Oratorio di Santa Maria della Vergine in centro storico.
In tema di realismo, il modenese Guido Mazzoni interpreta nel Quattrocento i soggetti nella loro piena fisicità, questo è evidente nel Compianto sul Cristo morto della Chiesa di San Giovanni Battista e nella Madonna della Pappa del Duomo di Modena.
Antonio Begarelli, invece, predilige la rappresentazione più razionale e armoniosa della bellezza in grado di trasmettere sentimenti universali; riempie di stupore, infatti, la Madonna di Piazza nella Sala dell'Arte Sacra del Museo Civico di Modena e Il Compianto sul Cristo morto nella Chiesa di Sant’Agostino, come ancora, la Deposizione nella Chiesa di San Francesco e le sue numerose sculture nell’Abbazia di San Pietro a Modena.