Il Guercino nelle chiese di Bologna
Aggiornato il 11 ottobre 2023 Da Bologna Welcome
Francesco Giovanni Barbieri, detto il Guercino, fu un pittore emiliano di grande fama e abilità. Nato a Cento nel 1591, visse a Bologna dal 1642. A seguito di alcune commissioni ricevute dal papa bolognese Gregorio XV, qui vi lascia alcune delle sue opere più conosciute.
Dopo il trasferimento a Bologna, Guercino raccolse importanti commissioni per le chiese cittadine, realizzando numerose pale d'altare ancora in situ. Al S. Francesco che contempla il crocifisso, dipinto per i cappuccini di S. Giovanni in Monte, fecero seguito il S. Filippo Neri tra due angeli, compiuto per S. Maria di Galliera, e la pala d'altare in S. Paolo. Datano invece agli anni Sessanta i dipinti eseguiti per il convento delle Carmelitane Scalze e per S. Domenico.
L'Oratorio, intitolato al santo protettore dei malati di peste, fu edificato all'inizio del Seicento per ospitare le assemblee della Compagnia di S. Maria della Pietà e di S. Rocco. Degli undici affreschi dedicati alla vita del santo, nel 1618 Guercino dipinse il S. Rocco gettato in prigione. La vivacissima scena è caratterizzata da un’incalzante efficacia narrativa: gli esordi bolognesi del Barbieri si segnalano qui per la loro felice, istintiva libertà di invenzione.
Recentemente restaurato dall'Università di Bologna, all'Oratorio di San Rocco è possibile ammirare il dipinto di S. Rocco gettato in prigione.
Nell'universo sentimentale di Guercino, nessuno occupò un ruolo più importante del fratello Paolo Antonio. Pittore anch'egli, specializzato in nature morte, affiancò l’attività del Barbieri tenendo un puntuale registro delle commissioni e dei pagamenti ricevuti, il Libro dei conti. Al momento della morte, nel 1666, Guercino volle essere tumulato in abito cappuccino accanto all’amato fratello nella chiesa di S. Salvatore, dove la lastra sepolcrale "Ioannis Francisci vulgo Guercino” li ricorda entrambi.
A proposito dell'Annunciazione, Carlo Cesare Malvasia, biografo di Guercino, riferisce che la tavola d'altare con l'Annontiata fu dipinta nel 1646 per li signori Mastellari della Pieve. Con una scelta iconografica del tutto originale, Guercino nell'Annunzianda della Pieve rappresentò il momento immediatamente precedente la vera e propria Annunciazione, con il Padreterno che, nella parte alta della tela, istruisce l'angelo, mentre Maria è ancora intenta a una silenziosa, solitaria meditazione.
Il dialogo spirituale, silenzioso e intenso, nell'opera S. Antonio e Gesù bambino da Padova fu dipinto da Guercino tra 1649 e 1651 per i cappuccini di S. Matteo a Persiceto. Tramite fra il pittore e i committenti, Carlo Imbiani e la moglie Anna Maria Giamboni, i cui stemmi sono riprodotti sul piede del tavolo, fu il dottor Saccenti, medico dell'artista. Dopo la soppressione del convento in età napoleonica, la pala trovò posto nella Collegiata.
©Mongolo1984, via WikimediaCommons
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